In 150 anni sono state riconosciute circa 7 mila guarigioni inspiegate, anche se solo 69 di queste sono state riconosciute dalla Chiesa cattolica come miracoli.
E la 67esima miracolata di Lourdes è una salernitana. Si chiama Anna Santaniello, è morta appena sette anni fa nella sua abitazione nel quartiere di Torrione, alla veneranda età di 96 anni. La sua guarigione miracolosa avvenne molto tempo addietro, nel lontano 1952, quando Anna aveva 41 anni. Ma il riconoscimento del “miracolo” è stato certificato solo nel 2005. Il proclama ufficiale della guarigione “miracolosa” fu effettuato il 9 novembre 2005, nel corso di una Messa celebrata dall’allora Vescovo di Salerno Gerardo Pierro, alla presenza della stessa Santaniello, all’epoca novantenne molto sveglia e allegra. Anna Santaniello da bambina soffriva di una malattia cardiaca, denominata “Sindrome di Bouillaud”, meglio nota come “Malattia Reumatica”, di cui erano ammalati anche due suoi fratelli che morirono in giovane età. Anna trascorreva la maggior parte delle sue giornate a letto, a causa dei dolori forti agli arti e di violente crisi respiratorie. Con gli anni la malattia andò ad aggravarsi, sinoa ridurre la donna in fin di vita. Era il 1952, Anna era data per spacciata da tutti i medici. Ma decise, come extrema ratio, di recarsi a Lourdes, in “barella”, per venerare la Vergine Maria, che già quotidianamente invocava nel suo Rosario. Anna si recò a Lourdes con l’UNITALSI, associazione che da oltre 100 anni organizza i viaggi nel santuario francese a bordo dei cosiddetti “Treni bianchi”, pieni di ammalati e di volontari (gli uomini sono detti “Barellieri” e le donne “dame”). I Treni bianchi rappresentano un ricordo forte per la comunità salernitana: sono tantissimi i nostri concittadini che, nel corso dei decenni, si sono recati a Lourdes su questi treni, come barellieri, dame o ammalati. Nel corso del tragitto, all’altezza di Roma le condizioni di Anna si aggravarono ulteriormente, al punto che i medici a bordo del treno volevano farla scendere e farla ricoverare nel vicino ospedale, ipotizzando una prossima morte della donna. Ma Anna volle continuare il tragitto, sentì in cuor suo una voce e vide nel cielo una specie di immagine femminile che le diceva “Devi venire!” Giunta a Lourdes. Anna fu condotta dalle volontarie a fare il bagno nelle “Piscine” dell’acqua miracolosa; fu calata nell’acqua sopra la sua barella e…improvvisamente avvertì una sensazione di profondo benessere e un’improvvisa forza in petto. Sentì come una spinta forte e, improvvisamente uscita dalla piscina, riuscì ad alzarsi sulle sue stesse gambe, cianotiche a causa della malattia reumatica. Nei giorni seguenti del suo soggiorno a Lourdes Anna si sentì talmente bene da mettersi addirittura a correre (!) per le strade di Lourdes e persino ad accompagnare lei stessa gli altri ammalati in carrozzina a fare il bagno nelle piscine. Tornando da Lourdes, Anna si fece visitare prima da un cardiologo di Torino, poi da medici di Salerno, che la trovarono in piena salute. Bisogna attendere il 1964, però, per vedere il caso della Santaniello giudicato dal Comitato Medico Internazionale di Parigi come guarigione straordinaria. Stiamo parlando di “guarigione straordinaria”, come raramente comunque accadono in medicina, non di “miracolo”: il Vescovo di Salerno, infatti, Monsignor Demetrio Moscato e i successivi Vescovi Gaetano Pollio e Guerino Grimaldi non furono del tutto convinti della “guarigione miracolosa” e non portarono avanti l’iter di riconoscimento presso la Chiesa Cattolica. Poi, nel 2004 Mons. Gerardo Pierro riaprì il fascicolo e fece compiere al Bureau des constatations médicales di Lourdes alcune ulteriori analisi, con un nuovo esame cardiologico. Il 21 settembre 2005 si tenne questo esame, che confermò la guarigione “miracolosa”, proclamata nel novembre dello stesso anno.
Fonte: http://www.citizensalerno.it/anna-santaniello-ricordo-della-salernitana-miracolata-a-lourdes-nella-giornata-dellammalato/
ELENCO DEI MIRACOLI: http://it.lourdes-france.org/approfondire/guarigioni-miracoli/i-miracolati-di-lourdes-3
MIRACOLATO N. 52 Cognome : Frétel Jeanne
Origine : Rennes (France)Malattia : Peritonite tubercolareEtà : 34 anniData della guarigione : 08-10-1948Diocesi : Rennes (Francia)Data del riconoscimento : 20-11-1950Jeanne FRETEL: Prima della messa del 5 ottobre 1948, il suo" pane quotidiano" era la morfinaNata il 25 maggio 1914, a Rennes (Francia)Guarita l'8 ottobre 1948, a 34 anniMiracolo riconosciuto il 20 ottobre 1950 dal cardinale Roques, arcivescovo di Rennes."Il caso di Jeanne Fretel si colloca nella serie dei fatti straordinari,scientificamente inspiegabili, alla presenza dei quali non si può che ripetere: ecco il dito di Dio". Ecco la conclusione dell'inchiesta che è stata portata al cardinale Roques, arcivescovo di Rennes. Veramente, il racconto del destino di questa Jeanne è da togliere il fiato. Del resto, finché le sue forze glielo hanno permesso, è venuta ogni anno a Lourdes per ringraziare per quella che i testimoni hanno chiamato una "Resurrezione"…Tra il 1938 e 1946, questa giovane donna ha trascorso la sua vita in vari ospedali. Il suo corpo è coperto di cicatrici che testimoniano le numerose operazioni che sono state necessarie per combattere una peritonite tubercolosa. A partire dal 1946, questo corpo martoriato sembra abbandonare la partita; le sue condizioni generali, già critiche, declinano ulteriormente. Jeanne è dimagrita e non può abbandonare il letto. Il suo "pane quotidiano", è la morfina a forti dosi. Nell' ottobre 1948, la situazione sembra disperata.Giunge morente a Lourdes il 5 ottobre 1948, con il pellegrinaggio del Rosario. I primi due giorni trascorrono difficoltosamente, senza miglioramento. Il terzo giorno, l'8 ottobre, dopo aver partecipato all'Eucaristia per gli ammalati all'altare Santa Bernardetta, ed essere stata portata davanti alla Grotta, avverte i primi segni della propria guarigione: il ventre è tornato normale, la febbre ed i dolori sono scomparsi ed è invece ricomparso un forte appetito. Subito può alzarsi, camminare, mangiare! All'indomani del suo ritorno da Lourdes, riprende il lavoro di infermiera, traboccante di vita: tutti i giorni si alza alle 5,30 e si corica alle 11 della sera, assumendosi i ruoli più faticosi. Addio dolore, febbre, morfina.
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