DESIDERO CONDURVI AL PADRE

Messaggio della Madonna a Medjugorje (18.03.93) "Cari figli! Il mio desiderio è questo: datemi le vostre mani così potrò portarvi c...

sabato 30 aprile 2016

13 MAGGIO: GIORNATA DI DIGIUNO, PREGHIERA E PENITENZA DALLE ORE 13 ITALIANE


APPELLO URGENTISSIMO DI MARIA ROSA MISTICA AL MONDO CRISTIANO

Faccio una chiamata urgente ai miei piccoli bambini, in modo che il prossimo  13 maggio, il giorno della mia apparizione a Cova da Iria, voi facciate una grande giornata di preghiera, di digiuno e di penitenza, in tutto il mondo dalle ore 6.00 alle 18.00 della Colombia, chiedendo al Padre Celeste di avere pietà dell’umanità per gli eventi che sono già preannunciati. Conto  su di voi, Esercito Mariano, i miei Legionari e tutti i miei amati del Movimento Sacerdotale Mariano. Voglio che questo invito si diffonda in tutto il mondo; che tutto il mondo cattolico e cristiano ascolti questa chiamata e raggiunga tutti gli angoli della terra, perché la posta in gioco è la salvezza di milioni di anime.

http://www.mensajesdelbuenpastorenoc.org/mensajesrecientes.html

domenica 24 aprile 2016

SANTA ZITA DI LUCCA

 

Santa Zita Vergine  - patrona universale delle collaboratrici domestiche[1]
La famiglia di origine
Zita nasce nel 1218 a Monsagrati a 16km da Lucca in una  famiglia povera e di grandi virtù cristiane. I suoi  genitori si chiamavano Giovanni e Bonissima. A Monsagrati Giovanni si era recato fin da giovinetto dalla natia Soccisa, vicino a Pontremoli. Essendo di condizioni poverissime, si era fermato là facendo il pastore e il contadino.. Quand’ebbe vent’anni pensò a formarsi una famiglia. Era povero ma buono, e per questo nella sua patria adottiva tutti lo amavano e lo stimavano. Pensava a quale potesse essere la fanciulla del suo cuore; non la voleva ricca, non solo perché le sue condizioni non glielo consentivano, ma anche perché le ricchezze non bastavano a rendere felice un matrimonio: la voleva buona e trovò un tesoro. Il nome di Buonissima sembrava una predizione per la sua vita fatta nel giorno del Battesimo. La memoria non ha lasciato ne il nome ne il numero esatto dei loro figli ad eccezione di una figlia di nome Margherita e della nostra Santa. Margherita non fu seconda a Zita nella santificazione della sua anima e fu Zita stessa che si occupò di lei perché potesse seguire la sua vocazione; mirabile esempio  di come si debbano amare le sorelle e come debbano aiutarsi, non solo per la vita materiale, ma soprattutto per quella dello spirito. La Divina Provvidenza si servì della stessa Zita, andata a Lucca per servizio, per far trovare alla sorella un convento dove seguire la chiamata di Dio. Fu così che Margherita, divenuata monaca cistercense, visse anch’essa nelle più alte virtù e morì in concetto di Santa.
L’infanzia
Al fonte battesimale fu imposto alla nostra il nome di Zita. Questo nome è pieno di significato perché nel linguaggio di allora significava “vergine”.
Zita, infatti, passerà i suoi anni nella più pura verginità servendo fedelmente Dio.
Seguendo l’esempio dei genitori, la piccola Zita inizia gli anni della sua vita in un aurea di santità. Le ristrettezze e la miseria renderanno la sua casa somigliante alla casa di Nazareth. Zita passa questi anni ora intenta ai lavori domestici con la più pronta obbedienza, ora assorta nella preghiera.
La casa  di Zita era come un tempio dove il lavoro e il dolore, dove le gioie e le amarezze erano offerte a Dio. La giornata cominciava e si chiudeva con la preghiera rivolta al Signore e alla Madonna.
Zita fu sempre molto devota alla Vergine e in suo onore fece anche pellegrinaggi, la invocherà nei momenti più difficili e sempre sperimenterà il suo amore materno e la sua protezione. L’assiduità della preghiera, tuttavia, non le impediva di compiere fedelmente gli altri doveri. Oltre le faccende domestiche Zita aiutava il padre nei lavori dei campi, secondo le forze della sua tenera età. Una tradizione locale la presenta con un piccolo gregge di pecore che accompagna al pascolo; e nel silenzio dei boschi tra il canto degli uccelli e l’incontro con la natura essa trova l’ambiente adatto per elevare il suo amore a Dio.
Nella nuova famiglia
A questa umile fanciulla Dio riservava una grande missione.
Ogni collaboratrice famigliare avrebbe avuto in lei un esempio e una patrona. Infatti essa ha saputo indicare come, pur svolgendo mansioni umili, si può salire in alto nella carità e nella contemplazione. Le circostanze avviarono Zita su questa strada provvidenziale. La povertà della casa richiedeva che essa non aggravasse con la sua presenza il misero bilancio famigliare. Fu così che ancora in tenera età – aveva appena dodici anni – Zita pensò di recarsi a servizio in qualche casa di signori. Suo padre, quand’ella gi espresse il desiderio, dapprima cercò e si consigliò. Quand’egli ebbe saputo che a Lucca la nobile famiglia Futinelli cercava una ragazza che aiutasse per i lavori della casa, s’informò e dopo aver saputo che la famiglia era ottima, vi accompagnò Zita che così lasciò la nativa Monsagrati. Arrivata nella nuova famiglia, Zita ne diventò subito la beniamina; la sua tenera età, ma soprattutto la sua bontà la resero cara ai componenti della famiglia.
Mentre i ricchi mercanti di casa Fotinelli attendevano ai loro affari, Zita, nel disbrigo di tutte le faccende, sapeva attirare l’animo di quanti la avvicinavano. Fin dai primi giorni la sua vita fu divisa fra preghiera e lavoro: anzi, anche lo stesso lavoro era trasformato in continua preghiera.
Al mattino, per poter andare in chiesa, sapeva sacrificare il sonno, nonostante le giornate di intenso lavoro. La matttina era in piedi molto presto. Quando i padroni si alzavano, Zita aveva già compiuto le sue pratiche di pietà ed accudito a molte faccende.
Ella faceva tesoro del tempo, svolgendo diversi lavori: dalla pulizia della casa alla preparazione delle vivante, alla cura dei mobili, dei vestiti, della biancheria, fino al bucato e alla preparazione del pane. Detestava l’ozio e nei ritagli di tempo si dedicava agli utili lavori femminili del cucito, della maglia e del fuso. Sceglieva i lavori più umili e faticosi: i documenti ci informano infatti che lavorava tanto da ridursi esile “come un fuscello”. La sua giornate, passata così in unione con Dio, era ricca di tutte le virtù a cominciare da quelle che di tutte è fondamento: l’umiltà. In quanto umile amava venire umiliata. Quando i suoi padroni, benché contenti di lei, trovavano motivo per rimproverarla, essa non si risentiva, quantunque quei rimproveri fossero ingiusti, ma si inginocchiava a chiedere perdono. La sua umiltà era un ammaestramento ad imitarla in tanta virtù. Alla povertà nel vestire aggiungeva un vitto esiguo; spesso le cose che le venivano offerte, le metteva da parte per i suoi poveri e si nutriva solo del necessario per avere le  forze sufficienti ad eseguire bene i lavori che il dovere le imponeva. La sua persona era ridotta a carne e ossa. Questo continuo digiuno era la vita ordinaria. Nei digiuni straordinari si privava di ogni cosa. Limitava le ore di sonno e nel pieno della notte, mentre tutti riposavano, supplicava Dio per la salvezza delle anime. Le virtù di Zita erano rafforzate da ferventi comunioni. Quando Lucca fu colpita dall’interdetto pontificio, percui le chiese erano chiuse e non si amministravano i sacramenti, Zita si recò con lunghissimi viaggi nella confinante diocesi di Pisa per poter accostarsi alla Comunione.
Miracoli
Per le sue capacità e virtù Zita fu preposta dai suoi padroni alla cura di tutta la famiglia. Per le sue responsabilità, Zita, non poteva trattenersi lungamente in Chiesa, ma doveva per tempo tornare in famiglia. Una mattina era andata a fare la Santa Comunione nella vicina chiesa di San Frediano e nel ringraziamento era stata così fervida che aveva perso la nozione del tempo. Era quello il giorno in cui doveva fare il pane. Corre a casa tutta preoccupata per recuperare il tempo perduto, apre la madia… la farinata è già stata impastata e si deve solo metterla in forno a cuocere. Cerca, interroga, vuol sapere chi è stata fra le compagne di servizio. Nessuna è stata, le compagne che conoscono le virtù di Zita dicono: quel pane lo hanno impostato gli angeli.
Se Zita ebbe in grado eroico tutte le virtù, una è però la caratteristica della sua vita: la carità verso i poveri. Zita intende la carità non solo come aiuto materiale, ma ancora e prima di tutto come aiuto spirituale. Ai poveri non solo dava il pane della carità, ma li aiutava a diventare migliori. Dio si degnò molte volte di completare l’opera con prodigi.
Narra un antico manoscritto che un anno la carestia colpì duramente la città di Lucca, per cui il grano costava moltissimo a causa dei profittatori.
Zita, dopo aver dato, una mattina, tutto il pane ai poveri, e non sapendo come fare per sfamare  altri poveri che si presentavano a casa Fatinelli, diede loro il contenuto di un cassone di fave che il suo padrone doveva vendere. Quando il padrone le ordinò di verificare il contenuto e di consegnarlo all’acquirente, Zita, confidando nella Provvidenza, lo aprì e vide che il cassone era ancora pieno.
Ancora Zita valendosi della stima di cui godeva presso i nobili Fatinelli non tralasciava niente per venire in aiuto ai poveri. Ogni giorno partiva per portare soccorso a domicilio a delle povere vedove e ai poveri del vicinato. Un giorno scende le scale con il grembiule pieno di pezzi di pane. Zita incontra il suo padrone che, quel giorno, è di pessimo umore e le chiede cosa c’è nel suo grembiule. Zita risponde che ci sono rose ed altri fiori.
E così, per intervento divino, accade. Con stupore dell’uno e meraviglia dell’altra, Zita può proseguire il suo cammino.
I signori Fatinelli dovevano continuamente dare consigli di prudenza a Zita che si privava del necessario per darlo ai poveri. Così fu la sera di Natale. Zita si stava preparando per la Messa della Natività. Era un inverno molto rigido, era caduta abbondantemente la neve e Zita non era abbastanza riparata dal freddo, essendole rimasto solo il necessario per essere coperta. La signora Fatinelli le presta la sua pelliccia, ma le ricorda di riportargliela, non di regalarla. Zita, prima di entrare nella chiesa di San Frediano, vede un poverello che muore dal freddo. Gli da la pelliccia pregando di restituirgliela, perché non è la sua. Finisce la Messa, Zita resta a lungo in preghiera. Quando esce è ormai l’alba: il poverello non c’è più e con lui è sparita la pelliccia. Zita non pensa ai rimproveri della padrona, ma prova un senso di colpa per aver fatto attender troppo il poverello. Zita torna a casa e viene inevitabilmente rimproverata dalla padrona.
Verso l’ora di pranzo si ode bussare alla porta: era il poverello che portava il manto impellicciato. Quando egli sta per andare via una luce abbagliante inonda la sala. Tutti rimangono stupiti. Una gioia mai provata pervade i loro animi. Se non era Gesù, era certamente un suo Angelo.
C’è un pozzo dove nel giorno della Festa della Santa i fedeli vanno a bere per devozione. Questo pozzo, situato accanto alla porta d’ingresso dell’antico palazzo Fatinelli è celebre non solo perché ad esso attingeva acqua Santa Zita, ma per un fatto miracoloso che si è compiuto.
Un giorno si presenta là un poverello.  È stanco e assetato. Zita va al pozzo a porgergli da bere, fa un segno sull’acqua. Quell’acqua diventa gustosissimo vino che corrobora il viandante, il quale prosegue il suo cammino raccontando a tutti il prodigio con cui il Signore aveva premia to la carità della sua serva.
Anche al tempo di Zita erano molto in uso i pellegrinaggi nei luoghi Santi della Fede. La nostra Santa seguiva in quest’opera buona l’usanza dei tempi. Dai suoi padroni aveva libertà in certi giorni e usava questi giorni liberi per dedicarsi intensamente alla preghiera e per fare pellegrinaggi. Fra questi ve n’è uno rimasto famoso, perché Zita fu accompagnata da una prodigiosa pellegrina. Zita era partita insieme a una compagna verso S. Giacomo del Poggio, poco distante da Pisa, per continuare fino a San Pietro a Grado, nella stessa diocesi ma molto distante dalla città. Giunte le due amiche al paese di San Giacomo (erano ancora digiune) la compagna invità Zita a tornarsene indietro. La Santa rispose che non poteva lasciare a metà un opera intrapresa, ma l’altra, decisa, tornò indietro lasciando Zita da sola. Ella continuò il suo cammino e giunse nella chiesa di San Pietro a Grado e s’immerse nella preghiera. Era ormai il tardo pomeriggio e Zita si accingeva a riprendere il suo cammino per tornare alla sua città e alle sue occupazioni. Chi la vede le consiglia, data l’ora tarda, di non viaggiare di notte. Ma Zita vuole essere a casa il giorno dopo per riprendere i suoi impegni all’ora stabilita. Ella quindi si mette in viaggio lungo le vie malsicure e infide. Al paese di S. Lorenzo a Vaccoli si vede ancora la fontana alla quale bevve la Santa in questo viaggio. Quando era ormai vicina allo Stato di Lucca più che la volontà potè il digiuno. Con tutta quella fatica erano quasi trentasei ore che non mangiava. Zita si siede presso una fonte stremata, allunga il braccio per bagnare la mano quando si sente posare una mano sulla spalla e sente dire: “Vuoi venire a Lucca con me?” La stanca pellegrina sente rinvigorirsi le forze. Una robustezza nuova la spinge, si alza e riprende il viaggio insieme con la sconosciuta. Quando arriva al confine dello Stato di Lucca, le porte chiuse a chiave si aprono all’avvicinarsi della Signora. Giunta a casa Fatinelli può riprendere il lavoro. Chiama le compagne che dormono. Prima però non dimentica di ringraziare la misteriosa e buona accompagnatrice. Fa per porgerle la mano: non c’è più. La pia credenza giunta fino a noi è che quella Signora non era altri che la Vergine che aveva protetto e accompagnato la sua fervente devota.
La morte
La vita di Zita trascorre quindi nella più profonda umiltà e carità; le preghiere e la penitenza erano state la pratica costante di tutti i suoi giorni. Per nulla attaccata alla vita, la sua unica aspirazione era il cielo e suo diventa il grido di San Paolo: “Desidero essere disciolto da questo corpo di morte ed essere con Cristo”.
Il Signore ascolta l’invocazione. Zita si ammala di una leggera febbre e si pone in un letto. Tutti pensano che sarà certamente qualcosa di grave perché Zita non si metteva a letto per un male leggero. Viene chiamato il sacerdote. Zita fa la confessione della sua vita e riceve ancora una volta la Santa Eucaristia. Ella muore alle nove del mattino del 27 aprile 1278.



[1] Con un breve apostolico dell’11 Marzo 1956 Pio XII proclama Zita patrona universale delle lavoratrici della casa in quanto le sue doti di cristiana umiltà, di ubbidienza, correttezza nei costumi, di adempimento del dovere ella poteva costituire una Patrona alla quale ricorrere con fiducia nelle difficoltà e da cui trarre esempio di vita cristiana.

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Mensagem de Santa Zita do dia 06/12/2009 transmitida no Jardim Santo Antônio na cidade de Osasco/ São Paulo-SP.
    “Renato Servo da Mãe de Deus e de São José, Defensor e Propagador da Medalha do Rosário, Eu Sou Zita, Santa Zita, Serva dos Servos do Senhor Deus. Sou Aquela que vos serve de Modelo no serviço ao vosso próximo, no serviço a Deus que deve começar pelo serviço do vosso semelhante. Bem sabeis que a vossa fé é inconsistente, não tem brilho e valor diante de Deus se não como outrora dito pelo Apostolo forem acompanhadas por obras concretas, por obras de caridade e de misericórdia que bem podeis praticar aos vossos semelhantes. Visitar os doentes, visitar os presos, saldar os idosos e mesmo fazer os vossos afazeres comuns e domésticos em honra do vosso Senhor (com os olhos voltados ao céu). Tudo deveis fazer acompanhados de orações constantes e fortes para agradarem a Deus e ao mesmo tempo que fizerdes estas obras concretas dai-lhes maior vigor, maior brilho, maior glória por meio de orações constantes. Quem reza trabalha e quem trabalha deve rezar. Por vezes pensais em fazer grandes obras para Deus, grandes serviços para Deus e para Sua Mãe Santíssima pensando assim contentá-los, e acertais quando fazei bem as coisas grandes mais fazei-as em humildade apenas pensando em servir ao Vosso Criador e a Mãe de Deus e fazer bem ao vosso próximo, mas quero lembrá-los que vós podeis fazer grandes coisas a Deus fazendo os vossos afazeres domésticos, fazendo o café, retirando o lixo, varrendo a casa desde que isso seja feito de coração e oferecido a Deus. Nunca esperem elogios pelas coisas que fazeis, fazei-as bem e fazei-as bem porque tendes de as fazer e não para serem elogiados ou mesmo para receberem em troca de Deus grandes dons, graças e recompensas sede servos dos servos, assentai-vos nos últimos lugares, aspirai os primeiros lugares no serviço e os últimos lugares no descanso e nas honras. Estudai a Minha vida santa que Eu vos deixei, não por mérito Meu, mas por graça de Deus e imitai-a com fervor, aspirai não recompensa terrena, mas a recompensa celeste fazendo bem o que tendes a fazer hoje e fazendo mesmo as coisas pequeninas para o Senhor e para a Celestial Senhora. Sou Zita, fui Escrava nesta vida, fui Domestica nesta vida, imitai a Minha vida santa que Eu bem quero que você revele Renato para que os homens e mulheres desde tempo não tendo desculpas ao ver o Meu exemplo e a exemplo dos demais Santos que lhe apareceram e mesmo dos outros que ainda não se comunicaram contigo, não tenham desculpas quando chamados por Deus desta vida mortal não levarem a Deus frutos concretos ao Seu Senhor e a Mãe de Deus. Trabalhem com fé, trabalhem com persistência, trabalhem, trabalhem, trabalhem na causa da Mãe de Deus, na causa da salvação das almas que unida a vossa oração, a vossa caridade, os vossos atos de caridade e misericórdia estejam sempre presentes. Eu Santa Zita Serva dos Servos de Cristo vos abençoou e vos sirvo com Minhas orações e intercessão no Paraíso. A paz! Em nome do Pai, do Filho e do Espírito Santo...”.
http://www.santificaivos.org/index.php/menu-mensagens/menu-mensagens-ano-2016

domenica 17 aprile 2016

ALLA FINE CI SARA' UN SOLO GREGGE E UN SOLO PASTORE

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 Io ho anche delle altre pecore che non sono di quest'ovile; anche quelle io devo raccogliere, ed esse ascolteranno la mia voce, e vi sarà un solo gregge e un solo pastore. (Gv 10,16

Noi, Papa Francesco, Patriarca Ecumenico Bartolomeo e Arcivescovo di Atene e di Tutta la Grecia Ieronymos, ci siamo incontrati sull’isola greca di Lesbo per manifestare la nostra profonda preoccupazione per la tragica situazione dei numerosi rifugiati, migranti e individui in cerca di asilo, che sono giunti in Europa fuggendo da situazioni di conflitto e, in molti casi, da minacce quotidiane alla loro sopravvivenza. L’opinione mondiale non può ignorare la colossale crisi umanitaria, che ha avuto origine a causa della diffusione della violenza e del conflitto armato, della persecuzione e del dislocamento di minoranze religiose ed etniche, e dallo sradicamento di famiglie dalle proprie case, in violazione della dignità umana, dei diritti e delle libertà fondamentali dell’uomo.
La tragedia della migrazione e del dislocamento forzati si ripercuote su milioni di persone ed è fondamentalmente una crisi di umanità, che richiede una risposta di solidarietà, compassione, generosità e un immediato ed effettivo impegno di risorse. Da Lesbo facciamo appello alla comunità internazionale perché risponda con coraggio, affrontando questa enorme crisi umanitaria e le cause ad essa soggiacenti, mediante iniziative diplomatiche, politiche e caritative e attraverso sforzi congiunti, sia in Medio Oriente sia in Europa.
Come capi delle nostre rispettive Chiese, siamo uniti nel desiderio della pace e nella sollecitudine per promuovere la risoluzione dei conflitti attraverso il dialogo e la riconciliazione. Mentre riconosciamo gli sforzi già compiuti per fornire aiuto e assistenza ai rifugiati, ai migranti e a quanti cercano asilo, ci appelliamo a tutti i responsabili politici affinché sia impiegato ogni mezzo per assicurare che gli individui e le comunità, compresi i cristiani, possano rimanere nelle loro terre natie e godano del diritto fondamentale di vivere in pace e sicurezza. Sono urgentemente necessari un più ampio consenso internazionale e un programma di assistenza per affermare lo stato di diritto, difendere i diritti umani fondamentali in questa situazione divenuta insostenibile, proteggere le minoranze, combattere il traffico e il contrabbando di esseri umani, eliminare le rotte di viaggio pericolose che attraversano l’Egeo e tutto il Mediterraneo, e provvedere procedure sicure di reinsediamento. In questo modo si potrà essere in grado di assistere quei Paesi direttamente impegnati nell’andare incontro alle necessità di così tanti nostri fratelli e sorelle che soffrono. In particolare, esprimiamo la nostra solidarietà al popolo greco che, nonostante le proprie difficoltà economiche, ha risposto con generosità a questa crisi.
Insieme imploriamo solennemente la fine della guerra e della violenza in Medio Oriente, una pace giusta e duratura e un ritorno onorevole per coloro che sono stati costretti ad abbandonare le loro case. Chiediamo alle comunità religiose di aumentare gli sforzi per accogliere, assistere e proteggere i rifugiati di tutte le fedi e affinché i servizi di soccorso, religiosi e civili, operino per coordinare le loro iniziative. Esortiamo tutti i Paesi, finché perdura la situazione di precarietà, a estendere l’asilo temporaneo, a concedere lo status di rifugiato a quanti ne sono idonei, ad ampliare gli sforzi per portare soccorso e ad adoperarsi insieme a tutti gli uomini e le donne di buona volontà per una fine sollecita dei conflitti in corso.
L’Europa oggi si trova di fronte a una delle più serie crisi umanitarie dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Per affrontare questa grave sfida, facciamo appello a tutti i discepoli di Cristo, perché si ricordino delle parole del Signore, sulle quali un giorno saremo giudicati: «Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi. […] In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Mt 25,35-36.40). 
Da parte nostra, in obbedienza alla volontà di nostro Signore Gesù Cristo, decidiamo con fermezza e in modo accorato di intensificare i nostri sforzi per promuovere la piena unità di tutti i cristiani. Riaffermiamo con convinzione che «riconciliazione [per i cristiani] significa promuovere la giustizia sociale all’interno di un popolo e tra tutti i popoli […]. Vogliamo contribuire insieme affinché venga concessa un’accoglienza umana e dignitosa a donne e uomini migranti, ai profughi e a chi cerca asilo in Europa» (Charta Oecumenica, 2001). Difendendo i diritti umani fondamentali dei rifugiati, di coloro che cercano asilo, dei migranti e di molte persone che vivono ai margini nelle nostre società, intendiamo compiere la missione di servizio delle Chiese nel mondo.
Il nostro incontrarci oggi si propone di contribuire a infondere coraggio e speranza a coloro che cercano rifugio e a tutti coloro che li accolgono e li assistono. Esortiamo la comunità internazionale a fare della protezione delle vite umane una priorità e a sostenere, ad ogni livello, politiche inclusive che si estendano a tutte le comunità religiose. La terribile situazione di tutti coloro che sono colpiti dall’attuale crisi umanitaria, compresi tantissimi nostri fratelli e sorelle cristiani, richiede la nostra costante preghiera.

Lesbo, 16 aprile 2016

Ieronymos IIFrancesco                 Bartolomeo I

Dichiarazione congiunta
 
  

sabato 16 aprile 2016

RINNOVO DELLA CONSACRAZIONE A MARIA SANTISSIMA


O Signora mia, o Madre mia Io mi offro interamente a Te,
e in prova del mio affetto filiale
Ti consacro in questo giorno (sera)
i miei occhi, le mie orecchie, la mia bocca il mio cuore,
in un’unica parola tutto il mio essere!
Quindi se io sono tutto Tuo, o Madre di bontà,
sollevami, proteggimi e difendimi
come cosa e proprietà Tua.
Amen.


http://rosarioonline.altervista.org/index.php/santorosario/sezione/it/libri-documenti-gesu-maria

mercoledì 13 aprile 2016

FIGLIOLINI, PREGATE PER I MIEI SACERDOTI E STRUMENTI, NON ABBANDONATELI , PERCHE' ESSI SONO I PIU' ATTACCATI DAL MIO AVVERSARIOI!


8 febbraio 2016 - 08:15
APPELLO DI MARIA ROSA MISTICA AI FIGLI DI DIO E AI SACERDOTI DEL MOVIMENTO SACERDOTALE MARIANO

Piccoli figli del Mio Cuore, la pace del mio  Signore sia con tutti voi.
Bambini miei, si avvicina sempre più la prossima la venuta del Figlio mio, e so che molti dei miei figliolini non sono ancora preparati per il suo arrivo. Che tristezza sento al vedere la divisione, la critica e l'invidia che c è all'interno della Chiesa di mio Figlio! Che tristezza sento sapendo che i giorni della tribolazione stanno arrivando e la stragrande maggioranza dell'umanità ancora non crede e non presta attenzione ai nostri appelli angustiati! Quante anime si perderanno per mancanza di conoscenza!.
Figliolini, che tristezza sento nel vedere che le altre religioni e sette conoscono le profezie che parlano di questi ultimi tempi; ma invece nella Chiesa di mio Figlio ( la Chiesa Cattolica) regna un silenzio colpevole su questi temi, che sono vitali per l'umanità.
Faccio  urgente appello  ai miei Eserciti Mariani, perché realizzino un grande cammino di evangelizzazione e di discussione di questi problemi!. Tutti coloro che conoscono le profezie che parlano di questi tempi ultimi hanno l'obbligo morale e spirituale di farle conoscere ai loro fratelli che non ne sono a conoscenza. Non rimanete in silenzio, parlate al momento opportuno e in quello non opportuno, che il vostro silenzio non sia la causa, domani, della vostra perdizione!  Chiedo ai miei sacerdoti del Movimento Sacerdotale Mariano di effettuare una giornata di evangelizzazione in tutto il mondo e di parlare con il popolo di Dio degli eventi che stanno per scatenarsi. Conto su di voi, miei prediletti, e su tutti i miei figlioli che sono a conoscenza di questi problemi, in modo che il più presto possibile iniziate a trasmetterli. Il cielo vi benedirà e sarà felice del vostro fiat.
Figliolini, pregate per i miei Sacerdoti e strumenti, non li abbandonate , perché sapete bene che sono i più attaccati dal mio avversario. Non criticare,  non giudicare, non puntate il dito, né condannate i miei sacerdoti e gli strumenti; includeteli nelle vostre preghiere e pregate per il loro  ministero. Molti sacerdoti si stanno perdendo per la vita facile di questo mondo e perché manca chi preghi per loro.Pregate, in ogni rosario che fate, per la santificazione dei sacerdoti e per le vocazioni sacerdotali e religiose, in modo che la fiamma della preghiera sacerdotale non si esaurisca.
Formate delle piccole cellule di preghiera con la recita del mio santo Rosario. Che ogni casa cattolica sia un cenacolo di preghiera, dove regna l'amore, la pace, il perdono e, soprattutto, l'amore di Dio e del prossimo.  Nella casa dove si prega  il mio Rosario  il diavolo non potrà entrare né  farvi del male: al contrario, è il mio avversario che sarà sconfitto. La casa dove si prega il mio Rosario non subirà i rigori della tribolazione e nulla gli mancherà quando ci sarà la fame.  Io, vostra Madre, coprirò con il mio manto ogni famiglia in cui si recita il Rosario. Manderò degli Angeli per proteggere queste case: nessuno di coloro che pregano il mio Rosario si perderà, nè le loro famiglie. È la promessa che faccio, perché moltiplichiate queste piccole comunità di preghiera.
Figliolini, vi chiedo anche che, quando pregate con il mio Rosario, vi ricordiate di tutte le anime del purgatorio, soprattutto di tutti coloro che hanno più bisogno della misericordia di Dio, e di tutti i peccatori di questo mondo. Aiutatemi con la preghiera del mio santo rosario a liberare  molte anime che giacciono in attesa nel purgatorio. Sono anime già purificate, ma per entrare in cielo hanno bisogno che voi ascoltiate una Santa Messa per loro o che  pregate il rosario o facciate un'opera di carità per conto loro. Tenete presente questi consigli  e loro vi ringrazieranno  e intercederanno  per voi e per le vostre famiglie, in questo mondo e quando arriverete nell'eternità.
La pace del mio Signore rimanga in voi.
Vi amo, la vostra Madre, Maria Rosa Mistica.
Fate conoscere i miei messaggi a tutta l'umanità.

domenica 10 aprile 2016

PAPA FRANCESCO NON HA CAMBIATO UN SOLO COMMA DELLA DOTTRINA

Amoris Laetitia - Discernimento, come sempre
https://www.youtube.com/watch?v=IYYGekJOgig&feature=youtu.be

Leggi il testo dell'esortazione: Esortazione_apostolica_Amoris-laetitia



"Non state a cercare nelle notizie se la Mia Chiesa ancestrale all’improvviso ha cambiato per adattarsi al vostro desiderio e al vostro peccato, perché non lo farà.
Già sapete cosa Gradisco e cosa no. Fate così e non cercate “verità” che sorgano di colpo dal caos e dall’oscurità.
Volete comprendere la Mia Volontà negli eventi attuali? Tornate a vedere la mia relazione con il Popolo di Israele, per vedere che non è altro che la Mia Ira e Malcontento per la vostra crescente infedeltà. E se volete fare qualcosa a riguardo, Muovete il Mio Sacratissimo Cuore verso ciascuno di voi, senza contrariarMi, ma amandoMi in Bene e Verità per poter contare sulla Mia Protezione.
Attaccatevi alla Verità rivelata, che ormai sapete qual’è,  non lasciatevi confondere e non andate spulciando nelle teorie degli uomini, perché solamente vi confonderanno di più.
Ritornate alle radici della Mia Santa Chiesa, quanti volete restare nel Mio Resto Fedele e Santo, e dimenticatevi di andare di qua e di là cercando novità e – ve lo ripeto – distraendo i vostri fratelli con qualunque notizia falsa e allarmante.

Se non lo sentite voi stessi dalle labbra del Mio Santo Papa, NON CREDETECI! Perché è molto ciò che pende su di voi e voi vi distraete nella confusione, invece di tornare ai vostri Vangeli e leggerli con amore, fede e devozione, e di chiedere al Mio Santo Spirito di Bene e Verità che vi illumini.
Tutti i messaggi che vi inviamo in questi tempi non ve li diamo perché ci troviate qualche novità, ma PER RICORDARVI, NEL LINGUAGGIO DEL VOSTRO TEMPO, DOVE STA LA VERITA’, cioè laddove è sempre stata e sempre starà. Tutto il resto è confusione, lo capite?
Quindi ora sapete cosa dovete fare con tutte queste notizie false: ignorarle.
Mi felicito di cuore con voi che farete così, perché non porrete pietre di inciampo davanti ai vostri stessi fratelli."


Leggi tutta la Lettera Ottava: lettera-ottava


mercoledì 6 aprile 2016

Messaggio del 2 aprile 2016 a Mirjana


"Cari figli non abbiate cuori duri, chiusi e pieni di paura. Permettete al mio amore materno di illuminarli e riempirli d’amore e di speranza, affinché, come Madre, io lenisca i vostri dolori: io li conosco, io li ho provati. Il dolore eleva ed è la preghiera più grande. Mio Figlio ama in modo particolare coloro che patiscono dolori. Ha mandato me a lenirli e a portarvi speranza. Confidate in lui! So che per voi è difficile, perché attorno a voi vedete sempre più tenebra. Figli miei, essa va squarciata con la preghiera e l’amore. Chi prega ed ama non teme, ha speranza ed amore misericordioso. Vede la luce, vede mio Figlio. Come miei apostoli, vi invito a cercare di essere un esempio di amore misericordioso e di speranza. Pregate sempre di nuovo per avere quanto più amore possibile, perché l’amore misericordioso porta la luce che squarcia ogni tenebra, porta mio Figlio. Non abbiate paura, non siete soli: io sono con voi! Vi chiedo di pregare per i vostri pastori, affinché abbiano amore in ogni momento e agiscano con amore verso mio Figlio, per mezzo di lui e in memoria di lui. Vi ringrazio! "